giovedì 22 dicembre 2011

Natale 1942

Possiamo dire che è arrivata la fine del '42 anche per noi? Sì, dalle ultime due prestazioni si direbbe così.
Il Kaiser è invincibile ma "La Russia ha due grandi generali: il generale Inverno e il generale Fango". L'inverno ci gela le ossa, il fango fa impantanare le ruote dei carri e i cingoli.
Servono rifornimenti, lo spettro del '43 non deve essere rievocato. Ma le linee ferroviarie sono danneggiate dal ghiaccio e dall'inedia.
Riunito in una piccola Dacia, lo stato maggiore ha il sacro compito di impedire l'arresto dell'avanzata. Proprio  ora che l'infido nemico si sta riorganizzando, progettando una vigliacca controffensiva, niente deve essere lasciato al caso.
Impedire una nuova anabasi, questo deve essere marchiato a fuoco nei memoranda degli alti ufficiali addetti agli  approvvigionamenti.
Le prime linee non vanno lasciate sole a dover affrontare il gelido inverno '42/'43.

Che le licenze natalizie portino consiglio e risollevino il morale di una truppa stanca e logora!


lunedì 19 dicembre 2011

Alea iacta non est

Gli artigli spuntati non graffiano e l'Aquila non spicca il volo. Non bastano i guizzi della freccia dei Balcani e i lampi del Kaiser Klose ad illuminare il cammino.
E' quel dannato scalino verso la gloria che non si vuole salire, è il timore che ha bloccato Attila alle porte di Roma e la febbre che fermò Alessandro di fronte ai bastioni montani dell'India. Sono i polsi che iniziano a tremare quando di fronte al Rubicone si attende l'ordine di Cesare di guadare il fiume. Aspettiamo, allora, sulla riva gelata, rinchiusi negli accampamenti a guardare il flusso delle acque.
E che beffa se a tradire è proprio un umile tribuno militare cresciuto nelle fila biancoazzurre.

giovedì 15 dicembre 2011

I Cosacchi dello Zaporož'e

In Europa a passo di carica cosacca. E la carica stavolta la suona il giovane Ataman Libor (Kozak appunto). I Cosacchi, si sa, vivono bighellonando nella steppa, ubriacandosi e lanciando i cavalli in corse folli a briglia sciolta, ma quando l'Aquila dello Zar chiama sono i primi ad accorrere nelle piazzeforti.
Ora comincia il secondo atto della Campagna d'Europa. Dunque, che i veterani si facciano animo e comincino ad assaporare la preda che la lunga marcia gli consentirà di afferrare. Perché come preconizzò il Vate, la via per la Vittoria può essere meno impervia di quello che sembra:

"Deh come allegri e rapidi si sparsero gli squilli
De le trombe teutoniche fra il Tanaro ed il Po,
Quando in cospetto a l'aquila gli animi ed i vessilli
D'Europa s'inchinarono e Cesare passò!"



domenica 11 dicembre 2011

In hoc signo vinces

Non serve immaginarti alla testa di una carica, spada in pugno a falcidiare nemici. Basta sapere che ci sei e la certezza della vittoria si fa largo nei nostri cuori.
In hoc signo vinces, e in questo caso il signum è la maglia numero 25 dell'ultimo Imperatore del Sacro Romano Impero. Vero defensor fidei, ogni roccaforte ribelle è espugnata se l'assalto lo guidi tu, e non c'è vessillo che non si pieghi al tuo incedere, non c'è città che non invochi la tua clemenza. Quando compaiono le tue insegne all'orizzonte, portate dagli aquiliferi, i borghi sigillano le mura.
La tua magnanimità è grande: prometti una sconfitta rapida ed indolore qualora ti siano spalancate le porte, i civili risparmiati, l'onore delle armi. Queste le tue condizioni, guai a chi non vi si attiene.
Buona la prova dell'alleato epirota, stavolta il suo apporto è decisivo e la vittoria, certo non 'di Pirro', arriva anche grazie a lui. Continua così.
Grazie Miro, il tuo popolo ti acclama!

martedì 6 dicembre 2011

Silvio Piola

Se la maledizione si abbatte sul Leone che ritrovatosi non ritrova il tanto agognato gol, e se il Prussiano dagli occhi di ghiaccio decide di schiacciare una mosca che impunemente si era poggiata sui tabelloni pubblicitari, invece di buttarla dentro, allora tocca a te, o Doge de' noantri, fare gli onori di casa e dare il benservito al subalpino ospite.
Il grigiore di una partita scontata, nonché lo scudo sabaudo cucito sulle maglie degli avversari, ci riporta agli antichi fasti imperiali.
Ci riporta a Parigi, espugnata en passant dalle soldataglie del leggendario Silvio Piola, generale biancoazzurro, proconsole inviato dai Cesari a governare le ribelli Gallie.
Vecchie foto in bianco e nero raccontano di imprese coloniali, safari, bonifiche, battaglie del grano, mentre l'Olimpico si immerge in un'atmosfera d' Alto Impero.
Anche Olimpia sembra accorgersene: "Meglio andare più in alto, è da lassù che le vecchie glorie seguono la partita"

venerdì 2 dicembre 2011

J' accuse!

Ed è arrivato il giorno in cui anche Aquila Blu non ha la minima voglia di raccontare la partita del giorno prima..Più che ad una partita, sembra di assistere ad un accanimento terapeutico in diretta. Il gelo dei Carpazi non tonifica i tessuti muscolari, anzi, li indurisce e li blocca in una morsa spietata. A dire il vero viene da chiedersi se questi tessuti muscolari esistano veramente o se, come negli invertebrati siano pressoché assenti.
Dunque j'accuse, caro mister e giocatori voi tutti, j'accuse e " Permettetemi", parafrasando qualcuno, "di preoccuparmi per la Vostra giusta gloria e dirvi che la Vostra stella, se felice fino ad ora, è minacciata dalla più offensiva ed inqualificabile delle macchie": la ritirata dal fronte europeo.
Dopo che il sabaudo invasore aveva impunemente pestato il suolo dell'Urbe, una rinascita, un riscatto era d'uopo. E quale campagna si prestava meglio alla riabilitazione d'immagine se non quella della lugubre e triste regione carpatica?
Ora che le nostre esigue speranze sono riposte nelle scalcagnate truppe elvetiche, mettiamoci il cuore in pace e prepariamoci a gonfiare il petto di fronte alla gogna del popolino ridacchiante che ci attende.

domenica 27 novembre 2011

Nichts Passiert

Tutta l'industria pesante sovietica di mezzi cingolati è nulla paragonata alla fabbrica di inossidabili trattori targata F.I.A.T. Vedere con quanta leggiadria (e quanta sufficienza) l'Aquila volteggia su quell'ammasso bianconero di ferraglie è edificante per i primi venti minuti, poi più nulla. Con la furbizia caratteristica del capitalista, l'ospite falso, cortese e non gradito, sfrutta lo spazio sguarnito per trafiggerci. Nulla possono le rimostranze biancoazzurre. Poco inclini a farsi inquadrare nelle organizzazioni sindacali, i legionari cercano lo scontro a viso aperto contro l'odioso produttore di utilitarie, ma la diga chiamata Buffon è troppo alta. E dove questa non arriva, vi è il palo a negare la gioia al popolo eletto. Convinciamocene: non è successo nulla, niente è perduto. Anche se basta ascoltare una dichiarazione dell'autore del gol, la sua personalissima costruzione della frase, la sintassi, la grammatica, la consecutio temporum, per far ribollire il sangue dalla stizza...

domenica 20 novembre 2011

Patagonia-Magna Grecia

Quando Michelangelo affrescò la Sistina, si ispirò ad un portierino di provincia che protendeva ogni millimetro di massa muscolare nel tentativo di diventare grande, respingendo i proditori assalti corsari del nemico. Ora il portierino guarda tutti dall'alto della sacra volta, e quando stende il braccio, sente il tocco della Divinità.
Qualsiasi storico ne è convinto, senza truppe corazzate la guerra non si vince, figuriamoci senza la divisione Panzer di Klose, la più letale d'Europa. E allora, nel timore di una seconda El Alamein, bene ha fatto l'ispettore Callaghan da Gorizia a rispolverale i manuali di guerra difensiva. La diga erta per fronteggiare le chiassose soldataglie di Masaniello regge. Il colosso d'ebano e il cavaliere del Baltico, guadagnano la medaglia al valor militare.
In mezzo al campo si muove col compasso, va lento, sembra che studi il terreno palmo a palmo. Poi disegna la traiettoria con un colpo di pennello, oppure pianta i piedi come radici nel terreno e fa scudo col suo corpo allo scugnizzo di turno che si vuole "accattà 'o pallone". Lo sguardo si perde nei vasti orizzonti della Patagonia, nel gelido riflusso del mare sulle rocce, nella calma riflessiva del suo popolo. Poi di scatto si gira e mormora agli avversari: " Mai impero fu più variegato di quello dei cattolicissimi Re di Spagna: guardate Me...e guardatevi voi..."

lunedì 7 novembre 2011

Certosa di Parma

Le macchine d'assedio della legione manovrano lente e macchinose sul verde dell'Olimpico. I barricaderi ducali ergono un muro di cinta insuperabile che non vacilla sotto i colpi degli artiglieri biancoazzuri. Meglio affidarsi al genio e alla logistica allora. Si comincia: le trame della manovra cominciano ad intessersi, ad ingarbugliarsi, a perdersi nel nulla, a farci smadonnare. Niente, neanche la guerra di posizione sembra arriderci. "La vittoria è nostra" dichiara l'ufficiale prussiano "Le vostre tecniche sono superate, lasciate a me il comando" e la Blitzkrieg fa il suo trionfale ingresso nei manuali di storia.
E la pacifica Colomba che sperava nell'armistizio da un punto a testa, vola via veloce innanzi alla rapace Aquila che fa bottino pieno.

venerdì 4 novembre 2011

Concilio Tridentino

Urge una seduta del concilio. Ordine del giorno: la piccola chiesa riformata elvetica che ha avuto l'ardire di inviare un'ambasceria presso l'Urbe. Questi impenitenti zwingliani vanno trattati con grazia diplomatica, ma rispediti a casa con le ossa rotte. Tra patriarchi e vescovi spicca la voce di un piccolo prelato, un pretino di campagna: "La Controriforma parte dal mio piede". Così è, e tra lo stupore generale, i forieri delle pericolose tesi dei riformatori svizzeri, sono dispersi da un suo destro sporcato che al 62' trafigge l'incolpevole portiere. Come la storia ci insegna, la controrivoluzione conservatrice è partita troppo tardi ed il cammino per la riconquista d'Europa rimane impervio ed ostile. Tra un mese, l'ultima eresia da affrontare: stavolta quella dell'est, dove ortodossia e vampirismo, edilizia socialista e gelide foreste faranno da baluardo contro l'avanza dell'Aquila portatrice di luce.

martedì 1 novembre 2011

pagelle Cagliari-Lazio


MARCHETTI:Il cattolicissimo portiere  biancoceleste  dopo un avvio di campionato un po’ incerto  acquista  sempre  più la  sicurezza  del degno massimo difensore  biancoceleste. Seppure  lo sguardo sembra  non essere dei più svegli e vigili, col Cagliari il portiere  si merita  un 6,5 per  la  tempestività nelle uscite  e  negli interventi (pochi). Unico appunto estetico. Tagliategli i capelli.
KONKO: il francese  con passaporto senegalese e  marocchino merita  la  sufficienza per  la  costanza  e per gli inserimenti di gioco. Meglio in fase  difensiva che  in quella  propositiva, ottimo nelle  diagonali. Riusciremo mai ad  avere  un terzino che  riesca  nei cross?? Voto 6
DIAS: la  faccia  sorridente  ma  scura,sembra  sporca di fatica  e  di sudore.  Le  voci di mercato non lo sfiorano, la  colonna  biancoceleste come  in ogni partita ormai  risponde  “presente “ con una  prestazione  sopra  le righe. L’acquisto più azzeccato dell’era  Lotito che  ci aveva abituati a  Siviglia e  Cribari.  Uno dei migliori difensori del campionato, Voto 7 con punto esclamativo! Che  si lavi o meno, a  noi ce  piace  cosi. Una  certezza
DIAKITE’: la  giovane  promessa che  tutti noi aspettiamo da  anni ormai, rimane ancora  acerba; scoordinato nei disimpegni e  nell’impostazione del  gioco, deve  ancora  dimostrare  parecchio per  guadagnarsi  l’ambita  maglia  da  titolare e  la  fiducia  del mister.  Il fisico lo aiuta  molto per  questo la  sufficienza  la  merita  tutta, anche  perché, francamente, non fa  rimpiangere per  nulla Stankevicius, preferito contro il Catania, Voto 6.
RADU: il “rumeno più romano de Roma”  merita  la  sufficienza solo per  l’intervista bislacca  rilasciata alla  fine  del primo tempo. L’infortunio che  lo ha  tenuto lontano dai campi lo penalizza  ancora  in termini di affidabilità difensiva e  condizione  fisica. Voto 6
LEDESMA:  Il regista è tornato dalle  vacanze  estive  ingrassato e  appesantito. A  parte il bel lancio nel secondo tempo per  Klose, il patagone non riesce  ad  imprimere  il suo gioco che  si sposa però benissimo  con  il gioco complessivo della  squadra, abile ad  addormentare  la  partita  e far  male al momento giusto. L’esperienza  acquisita  in tutti questi anni di Lazio lo salva dal giudizio negativo. Voto 6.
LULIC: Ecco un altro con la  faccia sveglia… Zitto zitto il bosniaco sta  diventando la  rivelazione  della  Lazio. Impiegato a  inizio campionato da  terzino sinistro posizione nella quale  ha  ampiamente  dimostrato di avere  un piede  solo(il destro!),il misterioso acquisto estivo da interno di centrocampo rende  al meglio permettendo  alla  Lazio di passare  in vantaggio. Concreto, non fa  rimpiangere la “mauri-dipendenza”  dell’anno scorso.  Un 6,5 che  diventa 7 per  il gol….e che gol!
BROCCHI: la  grinta e  l’intensità che  mette  al servizio della  squadra è fondamentale.  Poche  settimane  fa  qualcuno lo prendeva  in giro per  i debiti in affari, noi dopo averlo visto volare trionfalmente  al derby,( un po come Hu Jia nella  piattaforma  10m ad Atene’04) ce  lo gustiamo e  apprezziamo la  sua  determinazione. Voto 6,5
HERNANES:  Passi, doppi passi, tunnel, finte, contro finte, veli. Il brasiliano seppur non  in gran forma  e  reduce  dall’infortunio di Bologna dimostra  di essere  più continuo dell’anno scorso. Con la  sua  faccia  simpatica  e  sorridente  che  ricorda  molto quella  di Butthead , è l’elemento giusto per  far  girare  la  squadra.  In molti sanno che  dopo le  partite  è sua consuetudine  rifugiarsi nelle migliori trattorie  romane con Dias e  gustare le  prelibatezze della  nostra tavola. Buon appetito. Voto 6,5
KLOSE: “Ma  che  te  lo dico a  fa!” Il tedesco oramai neanche  esulta  più. Corre in attacco, torna in difesa, aiuta  i compagni nella  fase di copertura, un giocatore  tatticamente  incredibile.  Tu lo elogi e  lui a  testa  bassa ti riconcilia col calcio. Alla  faccia  del “progggetto” che  diventa “idea”, il trentatreènne  che  i “baluardi dell’essere” credevano finito stupisce  ancora  per  la  vena  realizzativa (3gol in 4 partite). “ A cààààsaaaaa!” Voto 7
CISSE’: Con uno stadio praticamente  vuoto le  urla  di rabbia e  di frustrazione  rimbombano fino a  casa. Ancora  una  volta  il francese  non riesce  ad  esprimersi al meglio e  a  trovare  la  rete che  ormai sembra  una  chimera. Al contrario però incornicia la prestazione  con due  assist degni del suo nome . I club privè  lo hanno ridotto all’osso… Voto 6+
ROCCHI: Aspettavamo questo momento.  E mò so 100 ! grazie Tommaso , adesso sei ufficialmente  nella  storia  biancoazzurra , sei minuti per  suggellare il record della  tripla  cifra da  vero attaccante  di razza. I tifosi della  Lazio ringraziano il grande doge  di Venezia . Cento di questi giorni! Voto 7
REJA:Voto 7 

Giulio Baiocchi

lunedì 31 ottobre 2011

100

Per il tuo centesimo goal , a Venezia stanno pensando di dedicarti un campiello, almeno una calletta, per iscrivere il tuo nome immortale sui muri della storia. Sei tu che dichiari chiusa la colonizzazione della Sardegna e fai vela trionfalmente verso casa, dove presso il molo di Palazzo Ducale il popolo ti attende in festa. L'aristocrazia senatoria ti scorta alla Scala dei Giganti, ma una volta affacciato alla loggia il tuo sguardo si rivolge al mare, ad altri lidi, ad altre conquiste. 100 volte grazie Tommaso, l'ultimo Doge che da anni guida la legione biancoceleste in battaglia.
Poi c'è quel ragazzo venuto dall'est, velocissimo, lo sguardo triste, della sua terra ha conservato il ricordo dei colpi di mortaio e degli infidi tiratori, e ne ha acquisito la balistica, così, en passant, scocca il bolide che riduce in macerie i villaggi nuragigi, sollevatisi contro la dominazione dell'Aquila.
Miro come fai? E' davvero così facile per te? Neanche esulti più! "Sai com'è..." hanno sentito che sussurravi "Aquila non capit muscas"

giovedì 27 ottobre 2011

Va bene uguale

Memore della battaglia di Tannenberg, seicento anni dopo, un altro lituano decide di rovinare i piani del Gran Maestro dell'Ordine Teutonico. L'avanzata della truppa biancoceleste, guidata dal generale Klose, è fermata infatti da una 'trionfale' alzata di spalle del biondissimo Stankevicius (da ieri sera, dopo i numerosi primi piani post "cappellata", in molti si stanno chiedendo se la carriera di fotomodello non gli si addica di più) che consegna al barbaro invasore il dardo che puntualmente ci trafigge. 1 a 1 tutto da rifare.
E il tempo per rifare il tutto ci sarebbe anche, il problema è che mancano gli uomini chiave, o meglio manca un eroe, manca qualcuno che tiri le stampelle contro il nemico (e di stampelle al momento ce n'è in abbondanza) e ci faccia vincere la guerra:
La Pantera Nera, re di tutti i Nubiani, non riesce a graffiare come vorrebbe, e quando il console lo richiama dalle prime linee, con piglio austero e sguardo ferito ma fiero, fa direttamente ritorno all'accampamento, senza sostare sulla collina per gettare un ultimo sguardo al campo di battaglia. Il bad boy Sculli deve capire da che parte vuole stare. Forse confuso dall'amore per la sua Magna Grecia natale, sembra a volte non saper prendere una decisone: servire Roma o servire Annibale, urge una scelta!
Ma va bene lo stesso!
Curiosità: si studiano le misure di Klose per imminente edificazione di monumento equestre. Scompiglio in Campidoglio quando la notizia è giunta alle orecchie di Marco Aurelio

lunedì 24 ottobre 2011

Osservazioni sulla partita di Bologna

La freccia dei Balcani corre veloce come il vento e di certo non ferma a Bologna.
Diceva qualcuno che l'arbitro migliore è quello che nell'arco dei novanta minuti non si vede e non si sente, la stessa cosa puo' dirsi di una squadra, se vince.
Dispiace all'avversario vedere sprecata la tua arte, la tua magia, e allora, potendo, corregge la traiettoria del bolide da te scagliato; "Perché?" chiedono i compagni "Non amate anche voi la balistica e l'armonia?" risponde lui.
E non serve un tuo gol, basta il tuo sguardo ombroso e autoritario e l'arbitro toglie la mano dal taschino.



venerdì 21 ottobre 2011

Peccato di Hybris

Il peccato di hybris , si sa, prima o poi si paga e prima lo si paga e meglio è, cosi' non passano neanche quaranta secondi dal meritato vantaggio che già saldiamo il nostro debito con Nemesi.
La legione impatta contro la falange di fanteria elvetica, un tempo l'armata piu' temibile d'Europa, oggi poco piu' che un manipolo di ragazzini scarsi e motivati, e lo stridore delle lame attesta che le formazioni sono bloccate, impantanate, una davanti all'altra.
Le truppe ausiliarie non bastano, non pungono come si conviene, satolle di banchetti post derby, guardano con fastidio i barbarici elevezi che non piegano la testa innanzi ai civilizzatori. Anzi, Zwingli il riformatore in persona, arringa i suoi, accantonando per un attimo il concetto di predestinazione, minaccia la dannazione eterna per chiunque non si impegni a difendere la riforma contro il giogo di Roma. Va bene cosi', le capacità dell'avversario sono state testate, l'accampamento della legione rimane a guardia del castrum nemico che, forse, rimpiange amaramente l'ardire di aver provocato l'Aquila.
Con la consapevolezza del favore del campo di battaglia e della richiamata dei veterani dal meritato otium, ci si rivede il 3 Novembre!
Forza Lazio.

lunedì 17 ottobre 2011

Campi Catalaunici

Il sacco di Roma è già un evento catastrofico di per sé, figuriamoci due, in due giorni!
Stavolta il lanzichenecco barbaro invasore è stato bloccato alle porte dell'Urbe. L'Aquila della legione ha fatto il suo dovere e l'ennesima orda che si apprestava a fare scempio della città è in rotta.
Il popolino piange, chiede diritti, minaccia la secessio plebis, ma stavolta nessun Menenio Agrippa verrà inviato loro, l'apologo delle membra e della stomaco è storia vecchia. Nessun compromesso, gli Optimates rimangono padroni, i plebei servi e le gerarchie ristabilite.
Grazie Miro, generale venuto dal nord, il nostro Flavio Ezio che quando meno te lo aspetti disperde i tracotanti Unni ai Campi Catalaunici, li rimanda a casa con le ossa rotte. E noi ti siamo grati, sei entrato nei nostri cuori, meriti l'arco di trionfo più alto e l'acclamazione che si tributa ai consoli vittoriosi. Ma i tribuni della plebaglia sbraitano dai loro pulpiti, pazienza, li lasciamo fare, a ben altri orizzonti rivolgiamo lo sguardo. Dopo aver concluso la campagna di difesa di Roma, ora, si riparte alla conquista. Ad attenderci i bellicosi svizzeri e il gelo della Mitteleuropa, da sempre ribelle ed ostile. Nessuna paura, fuori i vessilli e fuori la voce! Almeno quella che è rimasta.
Nessun dorma

martedì 11 ottobre 2011

Eccoci

Mancano 5 giorni alla madre di tutte le battaglie, la catarsi si avvicina. E la pressione è tanta, troppa e si riversa sul ginocchio del nostro colonnello che fa male, a noi più che a lui, si gonfia e si sgonfia a ritmo di cornamusa scozzese. Già perché noi siamo scozzesi, in terra inglese però, quindi assediati, spiati, tenuti d'occhio, dal nemico e dal Fato. Ma va bene così, ci piace, ci siamo nati. Siamo nati per soffrire e viviamo soffrendo.
La quiete prima della tempesta è cerebrale, ci spinge alla riflessione, al raccoglimento religioso. Sacrificare alla dea Fortuna serve a poco in questi momenti. Meglio appellarsi a Marte senza dimenticare sua sorella Minerva, innalzando un altare, magari proprio sotto la Nord.
Forza e antidolorifici

lunedì 3 ottobre 2011

Espugnata Firenze

Dopo che il volto prognato del cercione de 'noantri, esplode in quel suo ghigno di gioia, ma chi l'avrebbe mai detto che sarebbe andata così? E invece è andata proprio così, l'Aquila torna a volare e spicca il volo proprio da quell'Artemio Franchi che ultimamente ci vede uscire sempre a pancia piena dai suoi ostili cancelli.
E' inutile, quando nasci carioca, carioca resti. I passi del samba ti rimangono scolpiti nel dna e l'occasione de dançar prima o poi si presenta e allora: qualche ammiccamento all'avversario, due o tre oscillazioni di bacino, doppio passo e goal. Più facile di così.
Con buona pace di guelfi e ghibellini, gli attacchi viola si infrangono contro una specie di frangiflutti dalla criniera leonina, che salva tutto incredibilmente, (anche se la dea bendata ha già decretato con sentenza inappellabile che almeno il 60% dei tiri verso la porta della Lazio devono,in un modo o in un altro, gonfiare la rete).
Minuto 82' sul cronometro, succede quello che non t'aspetti. Il colonnello della Stasi, Miroslav Klose, ha sin lì osservato la partita. L'ha tenuta d'occhio rimanendo nella penombra da bravo agente qual è. Detestato dal popolino che lo fischia poiché conosce la fulmineità dello scatto di questo mamba prussiano, il buon Miro se ne sta lì sornione, non scalpita, non si danna l'anima. Sa che prima o poi sarà costretto ad intervenire ed infatti...Esperto in intercettazioni, il bomber coglie l'assist del bad boy Sculli e spedisce i tracotanti viola, là dove si conviene che vengano spediti.

sabato 1 ottobre 2011

Fiorentina Lazio

Domani contro la squadra di Dante e Machiavelli e un ripasso dei concetti di Virtù e Fortuna sarebbe d'uopo. I viola comunque non sembrano aver fatto tesoro dei suggerimenti del 'solitario abitatore di San Casciano' confidando nella guida spavalda del bellicoso 'mercennario' serbo che in più è pure un ex. Caro Sinisa vedi che devi fà... Domani il racconto del match.

venerdì 30 settembre 2011

mancò la fortuna, pure il valore però....

Dubitavate? Io no, neanche quando ho visto l'androgino arbitro espellere il cecchino che nel primo tempo ci ha purgati quando dovevamo già essere negli spogliatoi e dove effettivamente già eravamo con la testa (e dove siamo rimasti per il resto della gara). Forse che il molosso nero che avrebbe dovuto stare a guardia della sacralità della porta, si è sentito richiamare all'ultimo dai compagni, "Dove vai? Non ha mica fischiato!" e nel frattempo, zac!, il pallone gli ha sibilato tra gli stinchi beffando il portiere dalle fattezze apollinee. E il Doge? il nostro Doge che all'ultimo schiaccia la palla di naso-zigomo-orecchio-tempia tramutando di botto il nostro urlo di giubilo (GOOOOOOOOOOOOL! MORTACCI VOSTRA) in (NOOOOOOOOOOOO! MORTACCI TUA) .
Ora mi chiedo se l'ispettore Callaghan da Gorizia abbia finalmente capito che la 44magnum s'è inceppata....
Adelante Lazio! Nessun Dorma

lunedì 26 settembre 2011

La legione è pronta a partire, malconcia, rattoppata, ma pronta. Ad attenderla, i bellicosi barbari dello Sporting Lisbona.
Imperativo categorico: preservare l'Aquila, tenerla lontana dalle grinfie del nemico.
Le speranze riposte ancora una volta nei piedi del tedesco dal profilo greco e nell'estro della pantera nera,
e se altrove fanno la rivoluzione culturale, noi ci affidiamo alla nostra millenaria tradizione.