mercoledì 22 febbraio 2012

Caporetto

Disfatta! L'invasore venuto giù dai monti già dilaga in pianura, il popolo attonito rimane a guardare lo scempio perpetrato ai templi degli dei olimpici con rabbia e costernazione. Il nemico abbatte le statue, depreda gli altari, molesta le vestali, impunito, indisturbato. Imputare la colpa è finanche troppo facile. Un bersaglio che in tanti vogliono colpire, il fautore di questa Caporetto biancoazzurra gira a piede libero facendosi beffe delle lacrime. Per troppo tempo ci hai oltraggiati e pestati col tuo zoccolo caprino, eredità del demone dal quale discendi. Torna nel tuo inferno di cemento e aspirapolveri, lascia in pace questo popolo celeste sul quale hai fatto calare una colata di calcestruzzo più denso di quello con il quale vorresti deturpare questa città. Che razza di stregone sei? Con quanta perizia ti prodighi nello smantellare un'opera divina! Come non provi vergogna di te? Tempo fa, da queste pagine chiesi di porre rimedio al male compiuto. Vedo che non solo nulla è stato fatto in questa direzione, ma anzi, hai provveduto a peggiorare la situazione. E ora che anche la nostra guida ci ha abbandonato dopo averci guidato, tra alti e bassi, attraverso la tempesta, che cosa farai?  Memento mori

domenica 19 febbraio 2012

Né freddo, né caldo

"Non sei né freddo né caldo, quindi, visto che sei tiepido ti sputerò fuori dalla mia bocca" 
E fu così che l'Europa ci rigettò, data la nostra tiepidezza, l'incapacità di dimostrare superiorità, inferiorità o qualsiasi altro valore. La sconfitta non ha un sapore pungente, data la scarsità degli ingredienti, bensì un retrogusto amarognolo, di quelli che restano dopo una sbronza d'eroismo con i compagni.
Respinti con decisione, come piccoli scalatori inesperti che si arrampicano sull'Olimpo. La via della gloria è ancora troppo pericolosa e buia per chi non ha il giusto pelo sullo stomaco. Ma va bene lo stesso. Andremo a caccia di successi nella tana del nemico celtibero e qualora non ne cogliessimo, pazienza. 

lunedì 13 febbraio 2012

Dove osano le Aquile

E' cominciata la lotta di liberazione, la lunga marcia che ci porterà in Terra Santa. Con animo zelante e umile scaglieremo i nostri dardi contro le mura nemiche, come moderni Ironsides alterneremo preghiere a canti di guerra, come sans-culottes difenderemo il credo rivoluzionario dall'assalto del prepotente.
In dieci minuti ribalti le sorti di una battaglia persa, allora vuol dire che sei una grande squadra con un cuore anche più grande. Si rinnova il giuramento di Pontida, al gigante oppressore tremano già le ginocchia. "Colpire, correre, nascondersi come veri scozzesi"  come veri guerriglieri. Come un popolo vessato e ora sì, furioso come non mai.
Considerazione: Nelle celebrazioni che seguono la rimonta dell'Olimpico, sventola la bandiera Biancoazzurra, la bandiera che deve i colori all'Ellade schiacciata, ora più che mai, dal pesante stivale del tiranno straniero. Un pensiero vola sulle ali dell'Aquila dall'altra parte dell'Adriatico, con l'augurio che anche i fratelli greci riescano a capovolgere il risultato a breve.

mercoledì 8 febbraio 2012

Hockey a Marassi

La lastra di ghiaccio di Marassi è dura come quelle che si vedono sui campi da hockey e infatti di mazzate ne prendiamo parecchie.
Tanto per cominciare, la fisica cinetica rivoluziona in corso d'opera le sue leggi fondamentali ed il pallone incoscientemente  toccato dal pelato col codino disegna una traiettoria degna di un missile cruise. 
Poi ci pensa il portierone infallibile ad involarsi verso il sole, novello Icaro, a cadere di botto e a lasciare il compito di difendere lo specchio ad un passante, che passando appunto di lì per caso non fa poi un grande sforzo per impedire il peggio...
Giornataccia, da dimenticare, forse la neve che ha ricoperto favorirà l'oblio di una partita tanto maldestra

giovedì 2 febbraio 2012

Lascia andare il mio Popolo!

Un cuore grande così, che batte più forte di tutto e tutti, come un martello pneumatico che si abbatte sulle ingiustizie che sembravano averci travolto. Contro il ragioniere che tarpa le ali ai nostri sogni, contro il suo fido segugio, contro il diavolo, calato a Roma sotto forma di biscia rossonera. Contro la sfortuna che si accanisce sulle fibre e sulle giunture dei nostri guerrieri. Contro il gelo che sferza l'umore e amplifica il boato dell'urlo del giusto che spezza le catene. Contro tutto...contro tutti. Lascia andare il mio Popolo! O Faraone, perché il suo grido è giunto in alto stavolta. Per una sera, forse una sera soltanto, la nostra gioia ha avuto un sapore diverso, di libertà, di sfida al nemico che non si cela più ormai..nella speranza che la rabbia continui ad ardere, avanti così

-Nell'anno del Signore 1314, patrioti scozzesi, affamati e soverchiati nel numero, sfidarono il campo di Bannockburn. Si batterono come poeti guerrieri. Si batterono come Scozzesi. E si guadagnarono la Libertà-

mercoledì 1 febbraio 2012

Esortazione a riprenderci la Lazio

Mentre il nostro Eroe semidivino mette a ferro e fuoco il Bentegodi, altrove si consuma il dramma dell'ottusità che da tempo immemore guida attraverso campi minati i nostri cuori inermi di fronte all'incuria e all'inerzia, rassegnati all'esplosione imminente e all'incertezza del passo successivo. E' il tradimento verso il Popolo, il delitto più grande, che riceverà la sommaria giustizia sui banchi di un tribunale speciale, improvvisato lì per lì da un manipolo di audaci.
L'aziendalismo del cieco ragioniere, che tiene in ordine i libri di conto e possibilmente in attivo il bilancio, non ci interessa, anzi è da noi disprezzato come i miasmi di peste che da anni aleggiano sulla Lazio sprigionati dal bubbone infetto che ahinoi, da troppo tempo ormai siede sul gradino più alto. Ma col tempo i templi crollano, i palazzi vengono ricoperti dalle edere rampicanti, i corpi invecchiano e decadono, mentre la memoria delle nefandezze resta e non sarà con il sangue di un nuovo campione delle arene che bagnerai le polveri che hai alzato con tanta facilità. Rimedia al male che hai fatto e che continui a perpetrare, anche se ormai è tardi. Sappi solo che gli occhi della Storia ti guardano, scrutando ogni tua mossa, e che potrai sfuggire alla giustizia terrena ma non ad un suo giudizio. L.V.