mercoledì 1 febbraio 2012

Esortazione a riprenderci la Lazio

Mentre il nostro Eroe semidivino mette a ferro e fuoco il Bentegodi, altrove si consuma il dramma dell'ottusità che da tempo immemore guida attraverso campi minati i nostri cuori inermi di fronte all'incuria e all'inerzia, rassegnati all'esplosione imminente e all'incertezza del passo successivo. E' il tradimento verso il Popolo, il delitto più grande, che riceverà la sommaria giustizia sui banchi di un tribunale speciale, improvvisato lì per lì da un manipolo di audaci.
L'aziendalismo del cieco ragioniere, che tiene in ordine i libri di conto e possibilmente in attivo il bilancio, non ci interessa, anzi è da noi disprezzato come i miasmi di peste che da anni aleggiano sulla Lazio sprigionati dal bubbone infetto che ahinoi, da troppo tempo ormai siede sul gradino più alto. Ma col tempo i templi crollano, i palazzi vengono ricoperti dalle edere rampicanti, i corpi invecchiano e decadono, mentre la memoria delle nefandezze resta e non sarà con il sangue di un nuovo campione delle arene che bagnerai le polveri che hai alzato con tanta facilità. Rimedia al male che hai fatto e che continui a perpetrare, anche se ormai è tardi. Sappi solo che gli occhi della Storia ti guardano, scrutando ogni tua mossa, e che potrai sfuggire alla giustizia terrena ma non ad un suo giudizio. L.V.

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