martedì 10 aprile 2012

Grido di battaglia

Rieccoci qui, dopo tanti funesti accadimenti le lacrime hanno fecondato le nostre energie e dopo la Pasqua la resurrezione sembra cosa fatta per noi. Almeno quella della carne, per quanto riguarda lo spirito bisogna attendere per valutare.
Nella gara che funge da Tua commemorazione, la Laudatio funebris la pronuncia un ragazzo venuto da Monza che per salire al pulpito non usa la scaletta, ma si prodiga in un volo che, a ben guardare, ha qualcosa di angelico, qualcosa che non è di questa terra. D'altronde c'è un alito divino che soffia sull'Olimpico per novanta minuti, l'avversario è ininfluente e nemmeno il gol di un ex, forse troppo rimpianto, offusca la certezza della vittoria finale.
Il tuo dito puntato ancora intimorisce il nemico, lo inchioda ai gradini di una curva che non ti lesinò mai rabbia, insulti e sputi. Vili! così come lo erano coloro che approfittavano del tuo cuore bonario e della tua testa, incassata sì tra le spalle, ma perennemente rivolta altrove.
Ora che un vessillo biancoceleste sventola sulle acque caraibiche del golfo messicano, ci piace immaginarti contento, vecchio pirata tra rum e palme, insofferente alla disciplina come al diritto commerciale, esiliato rampante, dare l'assalto a golette e brigantini carichi di conformisti e bacchettoni in doppio petto.
Ciao Long John, riposa in pace.


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